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Industria 4.0 e legge di bilancio: cosa aspettarsi nel 2023

Nel 2021 e poi anche nel 2022 il tema dell’industria 4.0, legato a quello della transizione digitale, è stato al centro delle cronache, oltre che delle agende politiche e delle aspettative (attese) delle aziende. Ma cosa succederà tra qualche mese, ora che il Governo è cambiato e che una nuova legge di bilancio, complici i tempi stretti di preparazione dei testi e l’obiettiva ristrettezza delle risorse da spendere, è al vaglio dell’Aula? Lo vediamo in questo articolo. 

L’industria 4.0 nella nuova legge di bilancio

Ebbene, senza alcun tipo di giudizio di merito, non possiamo fare altro che constatare che il tema dell’industria 4.0 sia presente in maniera assai minoritaria rispetto agli anni passati nella nuova legge di bilancio.

 

Da gennaio 2023, ad esempio, le aliquote legate allo stesso piano non sono state ritoccate, risultando pertanto, come da normativa originaria, ridotte se non dimezzate. Il credito d’imposta Formazione 4.0 non è stato inoltre rinnovato, così come non è stata rifinanziata la Nuova Sabatini. Viene invece previsto un fondo per la digitalizzazione dell’agricoltura e risultano rifinanziati i contratti di sviluppo. 

 

Non è un caso che siano quattro gli emendamenti che hanno come oggetto il piano rivolto ad agevolare gli investimenti delle aziende e che mirano a: evitare il dimezzamento delle aliquote per il credito di imposta Industria 4.0; prorogare al 31 dicembre 2023 le consegne degli ordini del 2022 per cui è già stato versato l’acconto del 20%; legare i crediti d’imposta previsti dal Piano Transizione 4.0 all’occupazione; riconoscere un credito d’imposta del 5% per gli investimenti inclusi nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) per la realizzazione di obiettivi di transizione ecologica di importo superiore a 10 milioni e fino a 50 milioni.

L’industria 4.0: quali prospettive?

Ma, giunti a questo punto, la domanda sulla possibilità che le agevolazioni legate all’industria 4.0 scompaiano del tutto sorge spontanea. Tuttavia, pur non avendo una risposta certa, è bene fare chiarezza: l’assenza di indicazioni precise nella Finanziaria 2023 attualmente in discussione non significa, infatti, la scomparsa delle agevolazioni 4.0. Questo perché il documento, come spesso accade in questi frangenti (vedasi le proposte di emendamenti), è ancora migliorabile. Inoltre, negli ultimi anni, siamo stati abituati al fatto che le norme venissero modificate nelle ultime ore di discussione, anche per prevenire speculazioni e forzature da parti terze.

 

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