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L’industria 4.0 in Europa è a pieno regime. E in Italia come stanno le cose?

Le PMI italiane, comprese le aziende manifatturiere, cercano di ridurre il gap con il resto dell’europa ma mancano ancora molti elementi per il successo.

Uno studio del Laboratorio Rise – il laboratorio dell’Università di Brescia che si occupa di ricerca e innovazione per le Smart Enterprises – ha messo in risalto la penetrazione di industry 4.0 nelle piccole e medie imprese italiane effettuando uno studio su più parametri, su un campione di 100 aziende manifatturiere

Un dato allarmante emerso nello studio è che il 70% delle aziende dichiara grossi limiti nell’avere competenze scientifiche aggiornate per far fronte alle nuove sfide del mercato. Un esempio lampante è la cosiddetta tecnologia abilitante, fatta di Internet of Things (IoT 2017), big data, robotica e realtà aumentata, per la quale molti affermano di conoscere l’argomento e di averne studiato le potenzialità ma in pochissimi poi la applicano concretamente nei processi produttivi delle proprie realtà industriali.

 

La vera molla che induce molte aziende ad investire nei nuovi processi definiti dal piano Calenda per Industria 4.0, è la possibilità di usufruire dell’Iperammortamento (ma anche il superammortamento – del quale abbiamo già parlato) per avere la possibilità di rinnovare il proprio parco macchine e software. Un dato su tutti: nel primo trimestre del 2017 si è registrato un +22% di ordini relativi a macchine utensili.